Home > Cardiopatia congenita e sport: le storie di Lorenzo e Mattia

Cardiopatia congenita e sport: quando il cuore – letteralmente – corre e resiste oltre l’ostacolo.

Lorenzo e Mattia sono due giovani ragazzi molto simili, ma che non si conoscono.

Due adolescenti con il cuore malato fin dalla nascita, curati per anni all’Ospedale del Cuore di Massa.

Due piccoli uomini che hanno lottato e che hanno resistito sempre con il sorriso.

Due sportivi caparbi che, recentemente, ognuno nella propria disciplina, hanno ottenuto ottimi risultati gareggiando con ragazzi, come loro per età e forma fisica, ma con il cuore diverso.

«Per due ragazzi come Lorenzo e Mattia, cardiopatici congeniti, lo sport è un tema delicato – spiega la Dottoressa Nadia Assanta, Direttore dell’Unità Operativa Patologie Cardiache Medico Chirurgiche dell’Infanzia e del Congenito Adulto della Fondazione Monasterio. La cardiopatia comporta una serie di limitazioni, diverse a seconda della patologia, e anche del risultato dell’intervento. Questi ragazzi, che poi saranno adulti, nella maggior parte dei casi dovranno fare i conti con il proprio cuore – per così dire – diverso. Lo sport è importante per una migliore guarigione e per lo sviluppo del torace ferito (a causa dell’intervento), dei polmoni e delle masse muscolari. Se, poi, l’intervento ha dato un risultato ottimale o, addirittura, ha portato ad una completa guarigione del paziente, in accordo con le linee guida delle società sportive, con controlli costanti ed esami specifici, è possibile fare sport a livello agonistico. Lorenzo e Mattia non solo sono un esempio di tenacia, ma un insegnamento di vita che si adatta alla patologia e trova una strada felice e ricca di soddisfazioni».

IL MOMENTO CHE  HA CAMBIATO LA  STORIA DI LORENZO

Poche ore dopo la sua nascita, Lorenzo diviene immediatamente cianotico e i medici comunicano ai genitori che senza un’operazione al cuore il piccolo non sarebbe sopravvissuto. Lorenzo era affetto da una grave forma di cardiopatia congenita, non diagnosticata durante la gravidanza: trasposizione delle grandi arterie a setto intatto. E così, ancora estremamente piccolo, è arrivato all’Ospedale del Cuore, per sottoporsi ad un intervento. Il ricovero, l’operazione, i controlli, e poi il ritorno a casa. La crescita, i controlli periodici e serrati, la scuola e lo sport: la passione per l’atletica, i sacrifici, gli allenamenti, le gare.

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A settembre 2021, la bella notizia da parte del papà: Lorenzo è divenuto campione toscano nella corsa 110 metri a ostacoli. Sul podio, emozionato, ha dedicato la vittoria ai medici e agli infermieri che lo hanno curato, soprattutto a quei bambini che hanno affrontato e affronteranno la sua stessa operazione, come un segnale di tenacia e di speranza di condurre una vita più che normale, nonostante la grave cardiopatia.

«Dopo esattamente 18 anni, non avrei mai pensato di scrivere una lettera di questo genere – scrive il papà di Lorenzo, in una lettera indirizzata alla Dottoressa Nadia Assanta, uno degli angeli, così li definiscono in famiglia, del figlio. Dal paradiso, al profondo dell’infermo è stato un attimo. Saremmo stati felicissimi al solo vedere Lorenzo camminare e fare una vita come tutti. Era già bellissimo così. Con il vostro sapere, le vostre cure, la vostra accoglienza, il vostro calore, la vostra umanità, il fiore è sbocciato in tutto il suo splendore e dall’inferno abbiamo toccato di nuovo il paradiso. Credo che non ci siano parole per descrive le emozioni che stiamo vivendo, non tanto per i risultati (ben vengano), ma per la vita che sta, anzi stiamo facendo, grazie a voi».

IL MOMENTO CHE HA  CAMBIATO LA STORIA DI MATTIA

Mattia, che di anni oggi ne ha 16, ha scoperto la propria malattia – anch’essa congenita – in occasione di una visita per l’idoneità sportiva. Aveva 9 anni e un soffio al cuore che, in seguito a ulteriori accertamenti si è rivelata essere una anomalia della valvola mitrale. Arriva con mamma e papà all’Ospedale del Cuore: i medici, tutti attorno a lui, espongono le alternative di trattamento per la sua cardiopatia. Ed ecco che, ancora così piccolo, prende una decisione più grande di lui: seguire la strada dell’intervento cardiochirurgico, la sola possibilità che aveva per poter continuare a seguire la sua passione, quella della bicicletta.

«Una questione di vita e di cuoreracconta la mamma di Mattia, emozionata. Ha ottenuto l’idoneità fisica, e nel giro di poco tempo è rimontato in sella alla sua bici da Enduro, tanto da ottenere, lo scorso marzo, il secondo posto nel campionato Enduro dell’Argentario.
È stato il momento più felice della sua vita: lo guardavo, sul podio, con quel sorriso che non riusciva a trattenere, quel sorriso che significava una vita spesa con il cuore e per il cuore».

Seguiamo i nostri piccoli pazienti dal momento della nascita, talvolta anche prima. Questi pazienti speciali diventano parte di noi, e noi parte delle loro vite e (perché no?) anche dei loro traguardi. Le soddisfazioni nello sport di due ragazzi come Lorenzo e Mattia, che già avrebbero un enorme significato in una vita normale, valgono ancor di più in una vita speciale: sono, per me, una spinta ad andare avanti nel lavoro, per offrire a sempre più bambini la possibilità di avere una vita normale. Confesso che quando ho avuto queste notizie ho provato dei brividi di emozione

Nadia Assanta

Cardiologo Pediatra

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