«La mia è la storia di uno sportivo e di una vita fatta di numeri attaccati sulla schiena».

Emiliano V.

Emiliano ha 52 anni, una storia fatta di molte gare e di innumerevoli corse dietro di sé.
Fin da piccino con la passione per la bicicletta, poi  circa 20 anni fa  la scoperta del Triathlon, che ha portato a nuovi allenamenti, nuove corse, nuove gare.

Una mattina di 3 anni fa, però, accadde l’inaspettato.
Appena sveglio, Emiliano capisce di avere qualcosa che non va. Perdita di equilibrio, difficoltà nella camminata, intorpidimento di un braccio, incapacità nello sviluppare e pronunciare qualsiasi parola.
Sensazioni che  poi  ha scoperto essere stati i sintomi di un episodio ischemico cerebrale, causato dal Forame Ovale Pervio. Si tratta di un’anomalia congenita del cuore relativa all’esistenza di un tunnel (il forame ovale, per l’appunto), che mette in comunicazione due camere del cuore, e comportando un passaggio anomalo di sangue dall’atrio destro all’atrio sinistro.

«Inizialmente ho fatto fatica ad accettare la diagnosi  racconta Emiliano.
Mi sentivo come tradito dal mio corpo: quello stesso corpo che, invece, mi ha sempre sostenuto, permettendomi di correre più velocemente, nuotare con più vigore, pedalare con più forza.
Credevo di dover appendere le scarpette al chiodo, poi i medici mi hanno detto che, invece, sarebbero potuti intervenire. E  quasi senza neanche pensare  mi sono sottoposto alla procedura».

L’intervento di chiusura del Forame Ovale Pervio è una tecnica che mira a riparare una delle più frequenti anomalie associate ad ictus cerebrale criptogenetico (cioè senza una causa apparente) nel giovane adulto. Un residuo anatomico della vita fetale, e una porta di passaggio di eventuali coaguli che si formano nel circolo venoso, che possono migrare poi nel circolo arterioso cerebrale, occludendo improvvisamente un vaso del cervello: la chiusura del forame ovale pervio si attua mediante l’utilizzo di strumenti, di volta in volta diversi a seconda delle caratteristiche anatomo-funzionali del singolo paziente, e costituisce una soluzione efficace e protettiva nei confronti di ulteriori fenomeni embolici.

Proprio per gli interventi di chiusura del forame ovale pervio (Fop), la Monasterio ha ottenuto il secondo posto a livello nazionale. A rivelarlo, i dati relativi all’anno 2021 forniti dal Gise, la Società Italiana di Cardiologia Interventistica, che pone l’Istituto al vertice in Italia per volume di attività di emodinamica. Ciò significa non solo grande impegno, ma alto livello di specialità e professionalità degli operatori, e – al tempo stesso – garanzia di qualità per i pazienti: maggiori volumi, infatti, significano maggior esperienza dell’intero team sanitario, che opera spesso anche in condizioni di emergenza, e esiti clinici di eccellenza.

Un anno dopo l’intervento, effettuati gli esami e i controlli necessari, il Dottor Massimiliano Mariani, il Cardiologo che ha seguito Emiliano fin dalla diagnosi, ha decretato che potesse ricominciare a fare sport, dal momento che l’intervento eseguito dal Dottor Giuseppe Santoro era stato completamente risolutivo.

«Una condizione  spiega il Dottor Mariani  che ha un’incidenza del 15/20 per cento rispetto alle persone cosiddette sane. Addirittura si stima che, fra le persone con Forame Ovale Pervio, circa 1 su 5 vi convive senza alcun problema. Capita, come nel caso di Emiliano, che, per una serie di caratteristiche legate all’anatomia, alle vene e al sistema coagulativo della persona, si presenti un episodio ischemico cerebrale. Si forma un coagulo di sangue che attraversa il passaggio (il forame ovale), trovando una porta per il trombo.
Emiliano ha risolto in maniera definitiva il suo problema, ed è una gioia vederlo correre con quel sorriso».

Il cuore sportivo di Emiliano batte più forte di prima.

«Quello di 3 anni fa è solo un ricordo che affronto con il sorriso. Adesso corro più di prima, e apprezzo non solo il tempo che riesco a fare sul cronometro, ma durante le gare apprezzo tutte quelle piccole cose che prima non vedevo, accecato solo dalla voglia di vincere».

Emiliano

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